presenta:
Salva-lampadine
ne allunga la durata
Il punto debole delle lampadine sia a filamento sia a risparmio energetico è nel momento dell'accensione e dello spegnimento; se questa avviene in un istante in cui la tensione alternata tende al suo massimo sia positivo sia negativo, il conseguente alto assorbimento di corrente, alla lunga, le danneggia e ne diminuisce la durata.
Il circuito in predicato è sperimentale (va provato) e provvede a ritardare l'accensione di quel tanto da sincronizzarla con l'istante in cui l'alternata sta passando nei dintorni dello zero.
Questo accorgimento determina una durata delle lampade di circa quattro volte maggiore, in quanto anche l'autoinduzione dell'impianto è ridotta a zero. Ovvero le extratensioni prodotte dalla chiusura e apertura dell'interruttore sono di tensione nulla
Per essere più chiaro: supponiamo che al momento dello spegnimento la corrente circolante sia di 1 A, la reattanza induttiva dei fili dell'impianto tenderanno a mantenere questa corrente anche quando la resistenza dei contatti dell'interruttore crescerà nella manovra di apertura, poichè il passaggio da chiuso ad aperto non potra mai essere immediato.
Infatti, per fare un esempio, quando questa resistenza raggiungerà i 1000 Ω, con corrente di 1 A, si produrrà, per una piccolissima frazione di tempo, una tensione di 1000 V.
Se, per contro, lo spegnimento viene prolungato a quando la tensione di rete è a zero (cioè quando il Triac cessa di condurre) , anche la corrente sarà zero e quindi anche l'extratensione sarà zero..
Il circuito in predicato è sperimentale (va provato) e provvede a ritardare l'accensione di quel tanto da sincronizzarla con l'istante in cui l'alternata sta passando nei dintorni dello zero.
Questo accorgimento determina una durata delle lampade di circa quattro volte maggiore, in quanto anche l'autoinduzione dell'impianto è ridotta a zero. Ovvero le extratensioni prodotte dalla chiusura e apertura dell'interruttore sono di tensione nulla
Per essere più chiaro: supponiamo che al momento dello spegnimento la corrente circolante sia di 1 A, la reattanza induttiva dei fili dell'impianto tenderanno a mantenere questa corrente anche quando la resistenza dei contatti dell'interruttore crescerà nella manovra di apertura, poichè il passaggio da chiuso ad aperto non potra mai essere immediato.
Infatti, per fare un esempio, quando questa resistenza raggiungerà i 1000 Ω, con corrente di 1 A, si produrrà, per una piccolissima frazione di tempo, una tensione di 1000 V.
Se, per contro, lo spegnimento viene prolungato a quando la tensione di rete è a zero (cioè quando il Triac cessa di condurre) , anche la corrente sarà zero e quindi anche l'extratensione sarà zero..
T1 e T2 costituiscono un rivelatore di passaggio della tensione di rete nell'intorno dello zero, infatti finchè su D1 e D2 ci saranno ± 0,7 V, essi saranno, alternativamente in conduzione e cortocircuiteranno il gate ti TRK1 per l'interdizione, ma quando la tensione del partitore (R1, R2) scenderà al di sotto della soglia di D1 e D2 e quindi anche al di sotto della soglia di conduzione di TR1 e TR2, i medesimi cesseranno di condurre e l'impulso di innesco potrà raggiungere il gate di TRK1, attraverso la resistenza da 1 KΩ ed il condensatore da 100nF.
Tale istante avviene, come già detto, quando la tensione di rete è passata per lo zero ed è salita a circa ±10 V
Il Triac, da questo istante, rimarrà in conduzione per tutto il semiciclo dell'alternata ed il fenomeno si ripeterà in continuazione ad ogni semiciclo positivo e negativo.
Se S1 è chiuso,TRK1 non può condurre (gate a massa) e la lamapadina sarà spenta, si accenderà invece aprendo S1..
Se possedete un oscilloscopio al punto C, con S1 aperto, sarà possibile rilevare l'impulso d'innesco di circa 10 V.
D1 e D2 fungono da zener ed impediscono che la tensione sulle basi dei transistor salgano oltre ±0,7 V.
Al posto della lampadina potrà essere sostituito, con adatto TRK1, un qualsiasi utensile, con gli stessi benefici.
Per Triac che necessitano di maggiore corrente di innesco andrà aumentato il valore del condensatore in serie ai collettori di due transistor ed eventualmente sostituiti anche TR1 e TR2 con modelli di maggiore potenza.
Tale istante avviene, come già detto, quando la tensione di rete è passata per lo zero ed è salita a circa ±10 V
Il Triac, da questo istante, rimarrà in conduzione per tutto il semiciclo dell'alternata ed il fenomeno si ripeterà in continuazione ad ogni semiciclo positivo e negativo.
Se S1 è chiuso,TRK1 non può condurre (gate a massa) e la lamapadina sarà spenta, si accenderà invece aprendo S1..
Se possedete un oscilloscopio al punto C, con S1 aperto, sarà possibile rilevare l'impulso d'innesco di circa 10 V.
D1 e D2 fungono da zener ed impediscono che la tensione sulle basi dei transistor salgano oltre ±0,7 V.
Al posto della lampadina potrà essere sostituito, con adatto TRK1, un qualsiasi utensile, con gli stessi benefici.
Per Triac che necessitano di maggiore corrente di innesco andrà aumentato il valore del condensatore in serie ai collettori di due transistor ed eventualmente sostituiti anche TR1 e TR2 con modelli di maggiore potenza.
A dispositivo spento viene assorbita una corrente di circa 3,6 mA, mentre, durante l'accensione e con i valori indicati, la corrente media assorbita dai transistor è di circa 7 mA, con un consumo totale di circa 10 mA.
Con un Triac tipo TIC106M (600 V 5 A) si potranno trattare lampade per un totale di 100-150W, dotando il Triac di un modesto dissipatore ad U. Tutto il circuito potrà trovare posto nel cassetto dell'interruttore, oppure occultato nel rosone del lampadario, portando naturalmente altri due fili per l'interruttore. Chiaramente sarà necessario un circuito per ogni lampadario.
Attenzione e massima prudenza, perchè state lavorando sotto tensione di rete, foriera di possibili fulminazioni.