presenta:
Protezione da sovratensioni di rete
o da campi elettrostatici sulle antenne
Per la verità mi voglio riferire, a diffrenza del titolo, non tanto alle sovratensioni della rete eletrrica dovuta a cadute di fulmini nelle vicinanze, quanto agli stessi effetti sulle antenne radioamatoriali, provocati da sempllici campi elettrostatici anche di natura diversa.
Per subire un danno da campi elettrostatici non è indispensabile la caduta di un fulmine nelle vicinanze o sull'antenna stessa, talvolta è sufficiente un campo di elettricità statica molto meno intenso.
Il vento, l'aria secca, i fulmini possono generare dei campi elettrostatici che vengono immagazzinati nella capacità che l'antenna crea con il suolo, come se fosse un condensatore.
Ci sono alcuni sistemi che possono scaricare a terra questi campi: gli scintillatori, un'impedenza di cortocircuito che però non cortocircuiti la radiofrequenza, una resistenza attraverso la quale le cariche accumulate sull'antenna possano scaricarsi al suolo.
L'idea di un dispositivo che può surrogare uno scintillatore o scaricatore di fulmini (il cui costo non è per nulla economico) proviene dalla rivista "Elettronica pratica " n. 2 del 1995.
Esso consiste nell'utilizzare delle comuni candele per motori a scoppio, che non interferiscono minimamente sull'antenna, ma che, fino ad un certo punto (non nel caso di fulmini diretti), la proteggono.
Bisogna realizzare un dispositivo come in figura a.
Per subire un danno da campi elettrostatici non è indispensabile la caduta di un fulmine nelle vicinanze o sull'antenna stessa, talvolta è sufficiente un campo di elettricità statica molto meno intenso.
Il vento, l'aria secca, i fulmini possono generare dei campi elettrostatici che vengono immagazzinati nella capacità che l'antenna crea con il suolo, come se fosse un condensatore.
Ci sono alcuni sistemi che possono scaricare a terra questi campi: gli scintillatori, un'impedenza di cortocircuito che però non cortocircuiti la radiofrequenza, una resistenza attraverso la quale le cariche accumulate sull'antenna possano scaricarsi al suolo.
L'idea di un dispositivo che può surrogare uno scintillatore o scaricatore di fulmini (il cui costo non è per nulla economico) proviene dalla rivista "Elettronica pratica " n. 2 del 1995.
Esso consiste nell'utilizzare delle comuni candele per motori a scoppio, che non interferiscono minimamente sull'antenna, ma che, fino ad un certo punto (non nel caso di fulmini diretti), la proteggono.
Bisogna realizzare un dispositivo come in figura a.
All'interno di una scatola metallica ben robusta si dispone una squadretta su di cui si alloggiano una o addirittura due candele per motore a scoppio, poste in parallelo; due connettori So-239 da pannello, con fissaggio o a 4 viti o a vitone, saranno fissati sulla scatola e si faranno i collegamenti come in figura a.
Di questi marchingegni sarà necessario un esemplare per ogni antenna.
Alla messa a terra provvederà una vite alla quale dovrà essere collegato il cavo di terra.
Dovrete anche avvicinare tra di loro gli elettrodi della candela, a questo scopo interponete una lametta da barba e battete leggermente sull'elettrodo collegato alla carcassa della candela.
Il gioco è fatto.
Altro sistema è quello di sfruttare un interruttore differenziale (salvavita) come vi spiegherò nel prosieguo.
Si tratta di un meccanismo capace di scattare anche in presenza di transienti di rete che superino di una certa percentuale (predeterminata) la tensione nominale di rete.