L'angolo della "poesia"
Aldo Ricotta IZ1TQI
Ho scritto poesia tra virgolette, in quanto sono poco convinto che di poesia si tratti veramente, e non solamente di versi; comunque sia ogni mia composizione è stato frutto di tormento e sofferenza interiore finchè l'emozione nata nel mio inconscio non è divenuta immagine distinta e visione per il mio pensiero.
Poi, purtroppo, l'espressione è affidata alla forma e la forma è fatta di parole e di maggiore o minore attitudine del singolo al servirsene.
Nella capacità di servirsi delle parole sta l'abilità e la tecnica di comporre versi, mentre probabilmente nell'attitudine a servirsi della parola sta la predisposizione ad impregnare l'espressione stessa di sentimento o di passione, per cui le parole stesse risultano quelle giuste e occupano una loro posizione ottimale nel testo, onde ne risulta un'armonia, una cadenza e una "forza tragica" finali in perfetta proporzione e sintonia con il sentimento o la passione provati, in grado di comunicare le stesse sensazioni agli altri.
Poi, purtroppo, l'espressione è affidata alla forma e la forma è fatta di parole e di maggiore o minore attitudine del singolo al servirsene.
Nella capacità di servirsi delle parole sta l'abilità e la tecnica di comporre versi, mentre probabilmente nell'attitudine a servirsi della parola sta la predisposizione ad impregnare l'espressione stessa di sentimento o di passione, per cui le parole stesse risultano quelle giuste e occupano una loro posizione ottimale nel testo, onde ne risulta un'armonia, una cadenza e una "forza tragica" finali in perfetta proporzione e sintonia con il sentimento o la passione provati, in grado di comunicare le stesse sensazioni agli altri.
IN MORTE DI PAPA'
Non trovo un crepuscolo
degno della tua morte, padre;
né veleno, prodigo di spasmi,
che il tuo lamento eguagli;
né caverna, in cui rantoli
il vento di ugual respiro.
Tanto sovente, a sera,
come un vasto lampo,
trascorri, nel ricordo quell'istante
che tu, da solo, riempi un cimitero
. α 14/04/1917 ω 16/01/1987
dalla raccolta "SOTTO IL GRANDE CEDRO"
composta 17/07/1987 - pubblicata 05/01/2012.
dalla raccolta: "Il Signore delle due riviere
NOTTURNO Dalla tua cupola silente com’un sublime, interminato cantico, mi giunge seducente il tuo richiamo, oscura notte, tempio dell’anima, eremo alle mie lunghe solitudini! Entro il drappeggio della tua distesa, m’è caro l’abbandono: lento e indolente come una fiumana, muto come un segreto che riposa. E’ un’emozione lieve, di flebile fruscio, quella sottile aura che, carezzando l’anima, nuove visioni accende nel profondo, d’attesa quiete forse, in gran tempesta. Ché, soffocato nell’oscuro abisso, l’intimo mio è un diluvio prorompente, un cataclisma d’impeto stupendo e di vigore, ma mostruoso, da cui la dea Bellezza va nascendo con i sembianti di scultura eccelsa a testa di Megera. |
Eppur nulla trapela, dal mistero di quell’odiosa cripta, se non il brusio composto del pensiero. Alla tua fresca mensa dello spirito, vo comparando il mio profondo al tuo, disseminato d’universi e soli, di vampe immense, d’echi e di boati, di sibili e fragori sterminati, mentre non giunge al cuor ch’ unica quiete, tra l’armonia di tremule facelle, e agli occhi solo crepitio di stelle. Composta 08/08/2008. |
Dalla raccolta "Il castigo di vivere"
L’ ombra della sera (a Sandra, mia moglie) Se di vermiglio acceso la follia nutre la smania di devastazione e ne tinge il tramonto … fresca la sera sia sulle mie mani come la chioma sciolta di una sposa, onesta in volto eppur peccaminosa, e tenue agli occhi e trasparente sia come la veste aulente, il cui fruscio accresce al palpeggiare delle dita di chi l’indossa, qüando, illanguidita, si bea al tocco lieve del tessuto sulla sua gota. Di un segeto al bel sembiante muto vado sposando la sottile brezza, che dal profondo sgorga ed accarezza il volto e più le forme inconsistenti della mia utopia, che solo a me par vera. |
Fresca la sera sia sulle tue orme che van calcando, in corsa, la battigia sempre più grigia, e tratto a tratto l’onda le cancella; sulla tremula stella, lucente e nuova soglia alla visione, che tanto mi rallegra, della tua grazia. Alla sua fonte stempero il pensiero come alle schiette aure di una vetta dalle cui acque nasce un battistero ermo e rupestre, di mirti ornato e cinto di ginestre, per soli eletti spirti. Fresca la sera spegne all’orizzonte l’astro morente, ma dalla mente vedo… allungarsi l’ombre del tramonto, come fantasmi, fino nel profondo. composta 08/11/1991 |
Dedicato a Camogli
cittadina adottiva
Ruta di Camogli: La "Chiesa Millenaria" monumento nazionale
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro"
Solitudine.
Conosci l'eco della solitudine,
che, nel silenzio, rode
con il brusìo d'una fiumana lenta
o con il fruscìo di grezzi sai
raccolti in lunghi stuoli?
...e gli occhi, ne conosci gli occhi?
Orbite vuote, asciutte
dal calcinato sguardo,
cui non sovviene alba né tramonto!
Dimmi! Conosci tu la solitudine
senza orizzonte, cupa?
Dimmi se a te non nascono rimorsi
che il tempo nutre, accresce
e poi riversa, a un tratto, nel tuo cielo!
Son nel mio cielo fradici soffitti
che maestosi affreschi
celano solo, ahimè, nella penombra,
come il belletto d'una antica etèra.
composizione del 1984
Solitudine.
Conosci l'eco della solitudine,
che, nel silenzio, rode
con il brusìo d'una fiumana lenta
o con il fruscìo di grezzi sai
raccolti in lunghi stuoli?
...e gli occhi, ne conosci gli occhi?
Orbite vuote, asciutte
dal calcinato sguardo,
cui non sovviene alba né tramonto!
Dimmi! Conosci tu la solitudine
senza orizzonte, cupa?
Dimmi se a te non nascono rimorsi
che il tempo nutre, accresce
e poi riversa, a un tratto, nel tuo cielo!
Son nel mio cielo fradici soffitti
che maestosi affreschi
celano solo, ahimè, nella penombra,
come il belletto d'una antica etèra.
composizione del 1984
Notturno annoiato
Come un soffiar di brezza,
alitato nel cavo a una caverna,
la notte
va gemendo tutto il suo tedio.
Quant'è claustrale questa insofferenza,
assoluta sovrana del pensiero,
e del cuore tiranna prepotente:
la noia.
Urge pressante, come un’inquietudine
dall'occulte sembianze,
…la noia.
Il petto opprime
e poi fende la gola e il cuor n’estirpa,
lì rifugiato e palpitante,
scagliandolo in profondo alla volta notturna.
Là, nel profondo astrale,
l’eternità è un momento ed infinita
la notte,
finché non nasce un nuovo sole.
Qui, nel profondo dell’imperscrutabile,
l’animo mio compatto va scorrendo,
come un rivo di pietra:
più non l’irriga la pioggia che bruisce
teneramente,
né il vento più di semi lo feconda,
ma, appresso il dilavar violento
della tempesta, il sole lo riarde.
dalla raccolta:"Il castigo di vivere" 09/07/2010
Come un soffiar di brezza,
alitato nel cavo a una caverna,
la notte
va gemendo tutto il suo tedio.
Quant'è claustrale questa insofferenza,
assoluta sovrana del pensiero,
e del cuore tiranna prepotente:
la noia.
Urge pressante, come un’inquietudine
dall'occulte sembianze,
…la noia.
Il petto opprime
e poi fende la gola e il cuor n’estirpa,
lì rifugiato e palpitante,
scagliandolo in profondo alla volta notturna.
Là, nel profondo astrale,
l’eternità è un momento ed infinita
la notte,
finché non nasce un nuovo sole.
Qui, nel profondo dell’imperscrutabile,
l’animo mio compatto va scorrendo,
come un rivo di pietra:
più non l’irriga la pioggia che bruisce
teneramente,
né il vento più di semi lo feconda,
ma, appresso il dilavar violento
della tempesta, il sole lo riarde.
dalla raccolta:"Il castigo di vivere" 09/07/2010
Versi d'amore
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro (Claudia)
Lungo assolate spiagge del pensiero
dov'è luce di te senza tramonto; tra l'armonia dell'onda, che al cuore adduce quest'umìle canto, pongo la tua dimora, Claudia, brunito amore, vellutata pelle. Tutto qui intorno attende che tu giunga: le vecchie mura del castello, il ponte e quest'antico uomo, che, nel silenzio ansioso del tuo volto, (se un dì vorrai abitarvi) pietra su pietra, va innalzando un tempio. composta 1991 |
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro (Tanja)
Tremule, chiare, trasparenti perle,
disciolte in gocce, s'adagiano sul seno. Nuda beltà, tra l'onde assisa delle scomposte coltri, piange Madonna e ancor più bella appare. . composta 1981 |
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro (Raffaella)
Ton oeil mystérieux (est-il- bleu, gris ou vert?) ...Baudelaire
Lella Già prevedi, al risveglio, il colore che avranno i tuoi...occhi o sorprendi, ogni volta, te stessa e lo specchio? Può il mare, al risveglio, sapere l’umore riflesso del cielo! Potrò mai io vedere, al risveglio, il colore che hanno i tuoi occhi? . . . Ha il tramonto, riflesso negli occhi e nel cuore, il tuo amore. tra rubri ori e vermigli i rintocchi e, tra i tigli, di tenui pastelli è un colore che muore. composta 1984 |
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro (Rosanna)
Presso la luna Venere brilla d'azzurro, stasera: a tratti, più intensa in bellezza s'accende, traspare tra l'ombre indistintedei cieli, declina e ancora s'accende. In gara di luce trascorre, vincente in eterno, tra gli astri e non vedo superbia; in gara di luce tra gli astri, -direi- ti somiglia. composta 1980 |
Dalla raccolta "Sotto il grande Cedro" (Claudia)
Quando l'azzurro spazio dei tuoi occhi trascolora di verde, conduce al nono cielo vico Angeli: all'intimo profondo, Claudia, della tua linda anima. Io parlo di quei giorni in cui due materassi, posti a terra, erano, a noi, giaciglio immenso e ricco; interminato il tempo dell'amore ed eloquenti, ancora più d'un'orazione intera, anche i rari silenzi. Ricordo le albe pallide allor che in vico Angeli attendevo il tuo rientro* e poi... (* dalle notti di turno al Gaslini) le aurore dalle rosee labbra dischiuse, naufrago sul tuo seno; ricordo i nostri dialoghi inseguire, come gabbiani candidi, tra azurro e azzurro, navi ideali; le idee strane, selvagge (stupore dei passanti, per le vie) e il lungo, eterno abbraccio che ha preceduto il primo bacio... nostro. |
Non so se tu mi amassi: - dicevi - "Ti aprirei il mio cuore, se potessi leggere nel profondo dell'anima" ed io, credi, vi lessi in gran segreto ...! ...ma tanta era la luce, in quella cripta, che ne fui spaurito. Non so se tu m'amassi: m'avevi soprannominato Belfagor come nella novella, perché, forse, vedevi in me sia il male sia un olocausto al tormentato tuo nòmade spirito simile in tutto al mio. Dentro di me era il male, mi s'è ritorto contro e t'ho perduta assieme al Paradiso... ...per questo espulso démone dal cielo, come condanna, adesso sei, fra le donne, l'unico rimpianto, di tutte... l'espiazione. composta 1991 |