Presenta:
Etica del radioamatore
Per delineare quanto imporrebbe l'etica radioamatoriale consolidata, nel tempo, attraverso il comportamento d'uso e di costume dei nostri pionieri del radiantismo sarebbero necessarie assai più parole di quante ne spenderemo in questa breve stesura, chi volesse approfondire, con almeno una lettura, può riferirsi ai file pdf scaricabili nello spazio sottostante editi da esimi colleghi, dei cui egregi lavori ci siamo permessi di approfittare.
Fintantochè parliamo di C.B., attività non secondaria e certamente degna di lode, se ben condotta, tuttavia è possibile e legittimo parlare di passatempo, di chiacchiere, di salotto gestito da poche regole che si riferiscono principalmente alla buona educazione, civiltà, urbanità e sensibilità di ciascuno, ma quando entriamo nella sfera del radiantismo, quello per il quale non è più sufficiente l'arte o la mestieranza, per il quale è indispensabile un esame il cui corrispettivo si concreta in una patente, le cose cambiano qualitativamente e quantitativamente.
Marconi certamente non "giocava", così come non hanno giocato tutti colore che, scoprendo ed enunciando i principi di elettrologia, hanno consegnato al mondo intero la possibilità di far diventare scienza questa meravigliosa disciplina. Forse giocavano coloro che hanno presentato certi fenomeni fisici come gioco di prestigio, stupendo gli spettatori.
Tuttavia accettandola, per assurdo, come gioco o passatempo (noi ci rifiutiamo), ricordiamoci che ogni gioco ha le sue regole che vanno rigorosamente rispettate.
Il poker, il solitario, la roulette, il calcio, tutte le attività sportive, tutte le attività ludiche infantili: dal gioco a mascondarello alla palla avvelenata, dai cavalli marci alle biglie, non possono prescindere dalle regole, altrimenti è conflitto tra i giocatori.
La normativa non può essere imposta dal singolo a secondo di come si alza la mattina, ma sono le associazioni nazionali ed internazionali radioamatoriali che convengono le regole con i singoli stati; esse associazioni, poi, tutte in concerto stendono i regolamenti (che non confliggono comunque con le norme internazionali) che tutti iradiamatori dovrebbero rispettare non perchè siano leggi, ma perchè sono convenzioni e prescizioni di ordine e di disciplina.
Nesuna legge prevede sanzioni per chi rutta ripetitamente al ristorante, ma l'educazione, il civismo, il rispetto per gli altri dicono che ciò è estremamente sconveniente, onde non va fatto ed il gestore del locale può questo imporre allontanando il maleducato.
Perciò ci pregiamo di dissentire da coloro che vorrebbero gestire questa nobile attività come anarchia, gazzarra e confusione, perchè così possono nascondere tutta la loro ignoranza sulle norme e sui principi tecnico-scientifici che la sostengono.
Altrettanto dissentiamo da coloro che pretendono, in nome di una falsa è capziosa interpretazione della Costituzione Italiana, di fare della radio uno strumento legittimo e privilegiato di comizio politico.
Privilegiato perchè poi pretendono che chi non dà o non ha il nominativo debba tacere... ma non siamo tutti uguali davanti alla Costituzione?!?!
Privilegiato perchè chiunque, al di fuori della radio, vuole tenere una manifestazione ed esprimere giudizi o condanne politiche, non può salire su di un trespolo, nel bel mezzo della strada, di un giardino pubblico, di un locale e arringare la folla, senza avere prima ottenuto il permesso nei modi e nei termini stabiliti dalla Questura.
Perchè al cinema, al teatro, allo stadio, ad un simposio medico, alla bocciofila, al circolo della caccia e pesca, al ristorante se qualcuno si permettesse una cosa simile, verrebbe messo a tacere senza minimamente violare la Costituzione.
Perchè l'onda radio oltrepassa i confini i lì la Costituzione Italiana non c'entra nulla, ma è soggetta alla normativa e convenzione mondiale delle telecomunicazioni.
Perchè la Costituzione è fonte di legge e non è legge, nel senso che ogni legge dello Stato non deve smentire i principi costituzionali; mai nessun cittadino potrà essere condannato per aver commesso un reato contro la Costituzione, solo le cariche istituzionale possono incorrere in questo.
Pertanto l'articolo, in cui si predica che ogni cittadino italiano può propugnare o diffondere le sue idee politiche in ogni modo e con ogni mezzo, va integrato aggiungendo: "secondo le norme e le leggi vigenti dello Stato".
La Costituzione Italiana stessa questo dice (leggano bene tutto il testo e intendano questi signori), quando rimanda appunto alle norme specifiche e alle leggi vigenti dello Stato Italiano. Non ho volutamente citato l' articolo che ciò dice, affinchè questi signori, cercandolo, siano costretti a leggere tutto e non solo "pro domo eorum" (ciò che comoda)!!!
Giosuè Carducci (che tanto ama citare I0QMN, il carissimo Nicola da Spoleto) Direttore di una scuola elementare notò la scarsa conoscenza della punteggiaturà di una certa scolaresca e se ne lamentò con il relativo mestro; questi gli rispose: "... ma la punteggiatura non ha grande importanza".
Il Carducci allora andò alla lavagna e scrisse: Il maestro dice: "Il direttore è un somaro" . Naturalmente il maestro protestò di non aver mai pensata nè detta una cosa simile; allora Carducci riscrisse: "il maestro -dice il direttore- è un somaro".
La storiella, anche se di natura diversa, ben s'attaglia ai signori di cui sopra, che estrapolano, da un testo complesso, solo quello che comoda loro e sottacciono sul resto.
in fase di scrittra
Avendo trovato i sottostanti docunenti più che soddisfacenti alla trattazione dell'argomento ve li propongo, ringraziando e lodando gli ottimi colleghi che ne sono stati eccellenti autori
Fintantochè parliamo di C.B., attività non secondaria e certamente degna di lode, se ben condotta, tuttavia è possibile e legittimo parlare di passatempo, di chiacchiere, di salotto gestito da poche regole che si riferiscono principalmente alla buona educazione, civiltà, urbanità e sensibilità di ciascuno, ma quando entriamo nella sfera del radiantismo, quello per il quale non è più sufficiente l'arte o la mestieranza, per il quale è indispensabile un esame il cui corrispettivo si concreta in una patente, le cose cambiano qualitativamente e quantitativamente.
Marconi certamente non "giocava", così come non hanno giocato tutti colore che, scoprendo ed enunciando i principi di elettrologia, hanno consegnato al mondo intero la possibilità di far diventare scienza questa meravigliosa disciplina. Forse giocavano coloro che hanno presentato certi fenomeni fisici come gioco di prestigio, stupendo gli spettatori.
Tuttavia accettandola, per assurdo, come gioco o passatempo (noi ci rifiutiamo), ricordiamoci che ogni gioco ha le sue regole che vanno rigorosamente rispettate.
Il poker, il solitario, la roulette, il calcio, tutte le attività sportive, tutte le attività ludiche infantili: dal gioco a mascondarello alla palla avvelenata, dai cavalli marci alle biglie, non possono prescindere dalle regole, altrimenti è conflitto tra i giocatori.
La normativa non può essere imposta dal singolo a secondo di come si alza la mattina, ma sono le associazioni nazionali ed internazionali radioamatoriali che convengono le regole con i singoli stati; esse associazioni, poi, tutte in concerto stendono i regolamenti (che non confliggono comunque con le norme internazionali) che tutti iradiamatori dovrebbero rispettare non perchè siano leggi, ma perchè sono convenzioni e prescizioni di ordine e di disciplina.
Nesuna legge prevede sanzioni per chi rutta ripetitamente al ristorante, ma l'educazione, il civismo, il rispetto per gli altri dicono che ciò è estremamente sconveniente, onde non va fatto ed il gestore del locale può questo imporre allontanando il maleducato.
Perciò ci pregiamo di dissentire da coloro che vorrebbero gestire questa nobile attività come anarchia, gazzarra e confusione, perchè così possono nascondere tutta la loro ignoranza sulle norme e sui principi tecnico-scientifici che la sostengono.
Altrettanto dissentiamo da coloro che pretendono, in nome di una falsa è capziosa interpretazione della Costituzione Italiana, di fare della radio uno strumento legittimo e privilegiato di comizio politico.
Privilegiato perchè poi pretendono che chi non dà o non ha il nominativo debba tacere... ma non siamo tutti uguali davanti alla Costituzione?!?!
Privilegiato perchè chiunque, al di fuori della radio, vuole tenere una manifestazione ed esprimere giudizi o condanne politiche, non può salire su di un trespolo, nel bel mezzo della strada, di un giardino pubblico, di un locale e arringare la folla, senza avere prima ottenuto il permesso nei modi e nei termini stabiliti dalla Questura.
Perchè al cinema, al teatro, allo stadio, ad un simposio medico, alla bocciofila, al circolo della caccia e pesca, al ristorante se qualcuno si permettesse una cosa simile, verrebbe messo a tacere senza minimamente violare la Costituzione.
Perchè l'onda radio oltrepassa i confini i lì la Costituzione Italiana non c'entra nulla, ma è soggetta alla normativa e convenzione mondiale delle telecomunicazioni.
Perchè la Costituzione è fonte di legge e non è legge, nel senso che ogni legge dello Stato non deve smentire i principi costituzionali; mai nessun cittadino potrà essere condannato per aver commesso un reato contro la Costituzione, solo le cariche istituzionale possono incorrere in questo.
Pertanto l'articolo, in cui si predica che ogni cittadino italiano può propugnare o diffondere le sue idee politiche in ogni modo e con ogni mezzo, va integrato aggiungendo: "secondo le norme e le leggi vigenti dello Stato".
La Costituzione Italiana stessa questo dice (leggano bene tutto il testo e intendano questi signori), quando rimanda appunto alle norme specifiche e alle leggi vigenti dello Stato Italiano. Non ho volutamente citato l' articolo che ciò dice, affinchè questi signori, cercandolo, siano costretti a leggere tutto e non solo "pro domo eorum" (ciò che comoda)!!!
Giosuè Carducci (che tanto ama citare I0QMN, il carissimo Nicola da Spoleto) Direttore di una scuola elementare notò la scarsa conoscenza della punteggiaturà di una certa scolaresca e se ne lamentò con il relativo mestro; questi gli rispose: "... ma la punteggiatura non ha grande importanza".
Il Carducci allora andò alla lavagna e scrisse: Il maestro dice: "Il direttore è un somaro" . Naturalmente il maestro protestò di non aver mai pensata nè detta una cosa simile; allora Carducci riscrisse: "il maestro -dice il direttore- è un somaro".
La storiella, anche se di natura diversa, ben s'attaglia ai signori di cui sopra, che estrapolano, da un testo complesso, solo quello che comoda loro e sottacciono sul resto.
in fase di scrittra
Avendo trovato i sottostanti docunenti più che soddisfacenti alla trattazione dell'argomento ve li propongo, ringraziando e lodando gli ottimi colleghi che ne sono stati eccellenti autori
etica_radioamatoriale.pdf | |
File Size: | 873 kb |
File Type: |
manuale_operativo_om.pdf | |
File Size: | 339 kb |
File Type: |